sabato 11 febbraio 2012

UN SUONO


 

I suoni sono quelle sensazioni percepite dal cervello tramite l’apparato uditivo, possono essere provocate da un qualunque corpo messo in vibrazione in un veicolo elastico; si dice elastico un oggetto che ha la capacità di deformarsi e di tornare alla sua condizione iniziale una volta cessata la causa che lo ha deformato. Tutti i corpi sono elastici, ma le corde tese, le membrane, gli oggetti metallici o in legno dimostrano una maggiore capacità elastica, non ha caso sono alla base del funzionamento della maggior parte degli strumenti musicali. L'aria è il veicolo elastico di tutti i suoni che ascoltiamo comunemente.
Le onde sonore, che nell'aria si propagano alla velocità di 340 metri/sec, nell’acqua a 1435 metri/sec e nel ferro a 5127 metri/sec, sono formate da pressioni e depressioni che si succedono a intervalli regolari di tempo e vengono tradotte in variazioni di corrente elettrica una volta giunte all’orecchio (organo del Corti), veicolate poi dal sistema nervoso giungono al cervello in forma di sensazioni acustiche.
Le caratteristiche che contraddistinguono i suoni sono l’altezza, l’intensità e il timbro.

L’altezza di un suono è determinata dalla frequenza, ossia dalla velocità delle oscillazioni in un dato tempo; più le oscillazioni sono rapide e più il suono è alto, con oscillazioni lente avremo suoni più bassi (“acuti” e “gravi” nel linguaggio musicale). La frequenza è misurata in Hertz (1Hz =1 ciclo/secondo), l’orecchio umano è in grado di riconoscere come suono le onde comprese indicativamente tra i 16 e i 20.000 Hz, i suoni con frequenza inferiore ai 16 Hz vengono chiamati infrasuoni, quelli superiori ai 20.000 Hz ultrasuoni; alcuni animali grazie ad apparati uditivi più sensibili, come i cani, i gatti, i pipistrelli e i delfini sono in grado di captare gli ultrasuoni, mentre altri come gli elefanti, i rinoceronti, le balene e gli alligatori sono più sensibili agli infrasuoni.

L’intensità è quella caratteristica che ci permette di distinguere suoni forti da suoni deboli, ciò che comunemente chiamiamo volume, viene misurata in Decibel (Db) e corrisponde alla pressione generata nel mezzo di propagazione (generalmente l’aria). La pressione necessaria per rendere un suono udibile all’orecchio umano varia con la frequenza dell’onda, più il suono è acuto (maggiore frequenza) e minore è l’intensità necessaria.

Il timbro ha a che fare con la forma dell’onda sonora, è “il colore” del suono, e ci permette di distinguere due diversi segnali acustici anche a parità di altezza e intensità; le stesse note suonate da differenti strumenti musicali hanno un timbro diverso e questo lo si deve alla differente combinazione di armonici (o ipertoni) presenti in quel suono.
In natura infatti non esistono suoni puri nel senso di onde sinusoidali singole, se uno strumento musicale producesse un suono puro la sua sonorità risulterebbe povera e vuota, priva di spessore. Un suono naturale, o quello di  uno strumento musicale o della voce umana è sempre un suono complesso, composto da vibrazioni di diversa frequenza, cioè da una serie di suoni puri sempre più acuti e meno intensi. Questi atomi sonori, gli armonici, spesso si sovrappongono secondo una precisa sequenza, detta progressione armonica; una sequenza molto importante per noi, in quanto ci rivela  che il suono possiede una disposizione interna, un'ordine strutturale che contribuisce a definirne il  carattere e il significato più di ogni altra caratteristica acustica. Quando un suono è regolare, e quindi fedele a tale ordine, ha il potere di incantare, di rapire l'attenzione e di emozionare, come nel caso della voce cantata o dei suoni musicali,     
Il timbro è influenzato, oltre che dalla combinazione di armonici, dall’ambiente in cui è prodotto e dall’evoluzione temporale del suono, cioè le variazioni di dinamica, che nel linguaggio musicale vengono chiamte inviluppi e descritte in quattro fasi: Attacco, decadimento, sostegno e rilascio.

1. Attacco – è il maggior responsabile dell’identificazione di un suono con la sua sorgente, corrisponde all'inizio del suono e dura fino al momento in cui il suono ha raggiunto la massima intensità, può essere immediato come in un pianoforte o una percussione, oppure graduale come in un crescendo eseguito su un violino.
Tutti i suoni hanno un attacco.
2. Decadimento - detto anche decadimento iniziale o primo decadimento, è presente pricipalmente negli ottoni, dove all'attacco (spesso sforzato) segue una breve e rapida diminuzione di ampiezza, prima che il suono si stabilizzi e subentri nella fase successiva oppure semplicemente si esaurisca.
3. Sostegno - è la fase in cui il suono rimane stabile mentre l'esecutore continua a fornire energia, come nel caso degli strumenti detti a evoluzione controllata (archi, fiati, voce…).
Ovviamente non esiste negli strumenti detti a evoluzione libera (chitarra, pianoforte, percussioni…).
4. Rilascio - detto anche decadimento finale - è la fase che inizia nel momento in cui l'esecutore smette di dare energia e il suono decade più o meno rapidamente.
Questa fase può essere anche molto lunga negli strumenti a evoluzione libera, mentre è di solito breve in quelli a evoluzione controllata.
Tutti i suoni hanno un rilascio.
Suoni rumorosi o rumori sonori?
Il tentativo di stabilire un netto confine tra suono e rumore ha sempre dato esiti poco soddisfacenti, da un punto di vista fisico si definisce suono una vibrazione regolare che mantiene inalterata la sua frequenza nel tempo, mentre per rumore si intende una vibrazione irregolare, con frequenze confuse e sovrapposte.
Lo stesso fenomeno fisico può però essere percepito diversamente da differenti soggetti, oppure dallo stesso soggetto in un differente momento se variano le sue condizione psicofisiche.
Ne deriva che un segnale acustico si intende come suono, che è ben definito e gradevole, quando ha un valore funzionale alla comunicazione trasmettendo informazioni utili e non interferisce con lo stato o con l’attività della persona; altrimenti come rumore, caotico, sgradevole, disturbante.
In questi termini si può notare come a volte definiamo rumore quello che fanno gli altri e suono quello che facciamo noi...

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